Quando fuggire dall’Albania, giungendo le coste italiane in gommone si accostano anche dei veri drammi familiari. L’Italia vicina diventa in quel caso, unica speranza per la salvezza. Riceviamo e volentieri pubblichiamo la storia di un’immigrata dall’Albania che vuole rimanere anonima.
La storia
Anch’io vorrei raccontavi la mia storia…
Solo perché non voglio che la gente ne faccia di tutta l’erba un fascio.
Sono venuta in Italia all’età di 11 anni nel 2001.. era febbraio lo ricordo come se fosse oggi, un freddo bestia, neve ovunque e vestiti bagnati dovute ad un gommone che conteneva troppe persone per il peso che potesse sostenere e ad ogni onda che il gommone prendeva, per noi era acqua giacchiato che ci veniva addosso.
Ancora oggi odio l’odore di benzina e ogni volta che sento quel odore mi riporta in quel preciso istante, di quel motore che ad ogni due per tre si fermava e noi dovevamo stare in un silenzio assoluto se no venivi minacciato e rischiavi di rimanere in mare.
Ricordo che mi sono sono fatta la pipì addosso per riscaldarmi dopo 3 giorni di camminata senza mangiare con mia sorelle 17 enne per raggiungere la prima stazione dei treni che ci portasse nn so dove .. partite perché la nostra mamma non poteva più crescere 5 figli da sola nutrendoli di “acqua salata e pane” perché quella donna che oggi nn c’è più ha avuto il coraggio di prendere 5 figli e crescerli da sola scappando da un marito alcolizzato che non faceva altro che ammazzarci di botte (in Albania si usa fare il formaggio fatto in casa e il siero che serviva per non far marcire il formaggio era salato) e pucciavamo il pane lì per dare sapore al pane..
La mamma ha lottato con tutte le sue forze per cercare di darci da mangiare si è tirata su le maniche e si è Ingegnata sempre… finché non ha svenduto casa (7mila euro ai tempi) perché eravamo in 6 che dovevamo partire e per il gommone servivano 1000 euro a persona.. dicendoci solo DIO VI BENEDICA (alla seconda volta che provavamo la salvezza) Fatta quella tratta di Otranto per 2 volte (sto cercando di essere breve per non annoiarvi) mi sono sentita salva la seconda volta che siamo riuscite a scappare dalla polizia che quando ci ha trovati tutti rannicchiati e nascosti nel bosco si sono messi a sparare verso il cielo e li io e mia sorella ci siamo messe a correre più che potevamo verso nn so dove e l’unica speranza che avevamo era Dio.
Oggi sono una ragazza felice lavoro onestamente in un centro estetico in piena centro Milano da 13 anni.. mi sono comprata una casa e ho girato il mondo e ho tante persone che mi vogliono bene. Non dimentico la mia amata terra mai, che ogni tanto sento il richiamo anche se la mia mamma nn c’è più vado per salutare lei, una volta l’anno, portarle un fiore, dare un bacio a quella lapide che nn dovrebbe trattenere lei che aveva solo 52 anni quando il cuore non ha più funzionato. Forse per la troppa sofferenza, forse per la troppa stanchezza, e forse a volte mi dico: poteva aspettare un pochino di più.
Vado per mangiare il byrek, sentire l’odore dei ortaggi veri, mangiare i miei dolci preferiti che la mamma quando aveva due soldi ce li comprava portandoci dai “5 herojt” sentire la gente parlare la mia lingua anche se io ora faccio fatica a capire tutte le parole e vedere la gente genuina che appena può ti aiuta in tutto senza chiederti nulla in cambio..
Amo la mia terra la gente che la abita, e non ringrazierò mai abbastanza l’Italia per quello che mi ha dato e per la gente che ogni giorno incontro.. anche se storcono il naso quando dico di essere Albanese ma li perdono perché non è colpa loro e nemmeno mia. Dobbiamo ricordarci che le persone sono belle sempre, anche solo per il fatto che occupano un posto nel mondo e meritano sempre rispetto perché non possiamo mai sapere cosa si nasconde nella loro anima e dietro ad un viso.