Il 30 dicembre, l’alpinista albanese Ndoc Mulaj è stato trovato morto dopo un incidente causato esplorando il Monte Munella, nel nord dell’Albania. Inutili le operazioni di ricerca e soccorso da parte della polizia albanese, dei vigili del fuoco, dei membri dell’Associazione degli alpinisti di Puka e dei residenti della zona.
La tragica morte del noto scalatore albanese, Ndoc Mulaj, ha causato grande dolore ai suoi parenti, colleghi e tutti i suoi cari. Di seguito pubblichiamo il discorso di Dom Gjergj Meta, vescovo presso la diocesi di Rrëshen – Mirdita ai funerali di Ndoc Mulaj.
Caro Ndoc,
Oggi, sicuramente molte persone vorrebbero dirti due parole dal cuore. Con la tua morte hai rattristato molti. Non posso credere che il tuo corpo da scalatore ormai non abbia più la forza di alzarsi a dare risposte a queste persone radunate qui oggi. Avevi l’abitudine di ospitare gli amici in piedi. E oggi, Ndoc Mulaj, sono in tanti e da ogni dove, ad essere profondamente addolorati della tua scomparsa inaspettata. E cosa possiamo fare noi adesso? Ti abbiamo riservato silenzio e lacrime, ma anche parole, ricordi e incontri. Oggi sono arrivati in tanti per te da Nikaj Mërturi, da Dukagjini, da Puka e Mirdita, da Malësia e Madhe, da Zadrima, dal Sud e dal Nord. Eri molto amato Ndoc, con il tuo sorriso, con le tue parole piene di umorismo, – parole che una volta pronunciate mettevano subito radici. Così sono gli uomini e così sono le parole degli uomini.
Speravo, fino alla fine, che ce l’avresti fatta, ma quando ho saputo che stavi andando oltre le nuvole e oltre le vette, verso l’eternità, ho immaginato la vetta della Croce in Munella, la vetta di Zepa e Jezerca, le vette di Shala e Dukagjini, di Nikaj e Mërtur, Rugova e tante altre vette, radunarsi come una volta gli uomini delle montagne di Dukagjini, gridando a gran voce: “Povero me, fratello!” È il lutto dedicato agli uomini, Ndoc, e tu lo conosci molto bene.
Non eri semplicemente uno scalatore che conosceva i segreti della montagna. No! Tu eri la montagna! Tu e le Alpi eravate una sola cosa, Ndoc delle Alpi! Quante volte hai parlato con loro e quante volte ti hanno risposto. E quelle alpi alla fine di questo 2021 ti hanno gridato forte e ti hanno detto: “Stanotte Ndoc non ti lasciamo andare. Resti per sempre qui con noi.”
Il viaggio che avevamo programmato insieme, non l’abbiamo mai fatto. Io ti avevo detto che non ero abituato a camminare in montagna e tu mi avevi risposto: “Non ti preoccupare Dom Gjergj! Nessuno rimane in montagna quando lo assisto io. Devi solo essere pronto. ‘Scrivi gli elastici’ – si dice da noi”. È vero, chi è venuto con te non è mai rimasto sulla montagna, ma alla fine di questo anno sei tu che non sia più tornato dalla Montagna!
Uomini come te erano una ricchezza per questo paese, tu ci hai mostrato che è possibile rimanere a vivere qui, amarlo e promuoverlo questo paese, non lasciarlo orfano. Ogni tua foto, ogni tuo tweet sui social, le conversazioni con te, hanno fatto pensare a tutti quanto sono belle le Alpi, quanto è bello il nostro Paese. Sì! Ci hai insegnato la bellezza Ndoc, quella bellezza che spesso inquiniamo con la nostra mediocrità, con l’avidità di una società che corre solo verso il profitto, verso la distruzione della bellezza con muri e cemento, con grattacieli e centri commerciali. Ci hai insegnato che possiamo vivere in armonia con noi stessi e con gli altri, anche attraversando montagne e amando la natura.
Quando Dio creò l’uomo, gli diede la terra per custodirla e non per distruggerla, per averne cura e non per trasformarla in un deserto. Tu amavi ogni albero e ogni animale selvatico. E tu hai avuto questa fiducia in Dio ogni giorno della tua vita e così ti immagino ora davanti a Dio e sento le parole di Colui che dice: “Vieni a vedere la luce del tuo Dio Ndoc, tu che hai amato la natura, le montagne e le Alpi che io ho creato.” Sì, perché la natura è quel grande tempio dove Dio ci ha posto e da dove possiamo glorificarlo. Chi più di te era vicino a Lui, quando ti avvicinavi alle vette e alle nuvole!
Ora hai attraversato le nuvole, hai attraversato le vette e sei partito per l’eternità. Riposa in pace caro Ndoc. Cristo ti avrà nel Paradiso!
(Discorso tenuto ai funerali di Ndoc Mulaj, noto scalatore albanese da Dom Gjergj Meta, vescovo presso la Diocesi di Rrëshen – Mirdita)